CONGRESSO NAZIONALE SIMEDET 7, 8 novembre 2019. TROMBOEMBOLISMO VENOSO, UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE 8 Novembre 2019


Il  tromboembolismo venoso (TEV), comprende due manifestazioni cliniche spesso correlate, la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (EP), caratterizzate ambedue da simili meccanismi patogenetici.

L’EP, la più temibile complicanza della trombosi venosa profonda, è la più comune causa di morbosità e di morte prevenibile nel paziente ospedalizzato: 1 paziente su 100 ospedalizzati muore di embolia polmonare, nella maggior parte dei casi il sospetto clinico non era stato posto dal medico, nell’80% non vi sono segni premonitori, i 2/3 delle morti avvengono entro 30 minuti dall’ inizio dei sintomi. Negli ultimi anni, accanto ai fattori di rischio di TEV correlati agli interventi chirurgici, specie ortopedici, hanno assunto un ruolo sempre maggiore quelli relativi ai pazienti “medici” , vale a dire ricoverati nei reparti di medicina interna e d’urgenza, nei quali non solo il rischio di TEV è pari a quello chirurgico ma la profilassi, a motivo di una elevata comorbilità,  risulta decisamente meno efficace. Infatti, molteplici e generalmente presenti in associazione, sono le condizioni mediche riconosciute a rischio di TEV tra cui ricordiamo ad esempio lo scompenso cardiaco, le affezioni respiratorie acute, l’immobilizzazione, la malattia infiammatoria intestinale, la sepsi, un recente ictus ischemico, l’insufficienza venosa cronica, un precedente recente ricovero, l’obesità, la disidratazione, la neoplasia,  l’età avanzata…. Senza tralasciare l’elevato rischio emorragico dei pazienti “medici” che spesso pone delle remore nella prevenzione se non nel trattamento. Ne consegue che il TEV nel paziente “medico”, ai fini di una adeguata prevenzione, di un corretto iter diagnostico e di un preciso programma terapeutico, necessita di un approccio multidisciplinare che spesso, per la sua complessità, prevede una costante revisione e condivisione da parte degli operatori sanitari coinvolti. In questa giornata dedicata abbiamo così cercato di coordinare i principali aspetti relativi alla trombo profilassi e alle diverse modalità diagnostiche e terapeutiche. Inoltre abbiamo dedicato una sessione al TEV in caso di paziente oncologico, realtà sempre più frequente anche nei reparti “medici”, nonché a situazioni particolari quali la trombosi venosa superficiale e le localizzazioni cosiddette atipiche. Con lo scopo di poter discriminare e quindi intervenire, prima e meglio, all’interno dei percorsi diagnostici, terapeutici e di prevenzione del TEV nel paziente “medico”.

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